La vita ai supplementari by Galli Giovanni

La vita ai supplementari by Galli Giovanni

autore:Galli Giovanni [Giovanni, Galli]
La lingua: it
Format: mobi, epub
editore: BUR
pubblicato: 2014-08-11T22:00:00+00:00


Il Bologna

Finalmente, a cavallo di Ferragosto, mi ha chiamato Furio Valcareggi, figlio di Ferruccio, amico di famiglia e manager di Niccolò. Aveva condotto la trattativa con il dirigente del Bologna Oreste Cinquini e con Liam Brady dell’Arsenal. Furio mi ha detto: «Il 16 mattina Niccolò deve andare a Bologna per le visite mediche». Tutto lasciava ben sperare.

Ho accompagnato Niccolò all’appuntamento al centro di Casteldebole. Lì ad attenderci c’era l’allenatore del Bologna Francesco Guidolin: lo conoscevo bene, avevamo anche giocato in Nazionale assieme.

Guidolin conosceva le potenzialità di Niccolò ed era già convinto di prenderlo con sé, tanto che gli ha fatto saltare la trafila delle visite mediche portandolo direttamente in campo.

La sera precedente a quella convocazione, il Bologna aveva giocato un’amichevole contro la Juventus. Chiaramente non tutti i calciatori della rosa avevano potuto avvicendarsi nei novanta minuti, e così Guidolin aveva organizzato una sessione di allenamento con i ragazzi della Primavera. C’erano giocatori del calibro di Padalino, Kolyvanov, Fontolan. Niccolò è stato schierato con la squadra delle giovanili.

Confesso che, fino a quel momento, ero sempre stato molto critico e severo nel valutarlo. Tutti, a partire da Valcareggi, invece mi assicuravano: «Tuo figlio è un fenomeno». Tuttavia preferivo essere cauto, non volevo illudere me stesso e, soprattutto, non volevo dare false speranze a lui.

Pensavo avesse ancora ampi margini di miglioramento. Era macchinoso nei movimenti e a volte sembrava un po’ goffo, come può esserlo un ragazzo alto un metro e novanta che pesa soltanto settanta chili e con una muscolatura ancora in formazione.

Questo, però, prima della sua esperienza con l’Arsenal. Quei mesi a Londra lo avevano cambiato – calcisticamente parlando – facendogli fare un vero e proprio salto di qualità. Quando quella mattina a Bologna l’ho visto giocare mi si sono riempiti gli occhi e, giuro, non perché fosse mio figlio.

Quel giorno ho visto esibirsi davanti a me un vero giocatore di calcio; lo dico da esperto, da chi ha trascorso la vita potendo condividere il rettangolo di gioco con calciatori meravigliosi, il meglio del meglio della mia generazione. Ebbene, quel ragazzo era una spanna superiore alla media; aveva personalità, stile, senso della posizione, eleganza nei movimenti. Tutte caratteristiche che distinguono un bravo calciatore da uno mediocre.

A bordo campo, oltre a me e Guidolin, si era avvicinato un dirigente accompagnatore del Bologna, che non conoscevo e che non sapeva che Niccolò fosse mio figlio, il quale ha esclamato con meraviglia: «Ma da dove viene, dove l’hanno tenuto quel ragazzo fino a questo momento? Quello è un fenomeno».

Non so se in quell’occasione fosse particolarmente in forma o ispirato, oppure se ha dato il centodieci percento per ben apparire davanti all’allenatore, fatto sta che ha fatto un figurone.

Lo hanno preso direttamente in prima squadra, e così è andato in ritiro con il Bologna a Sestola. Lì ha avuto anche la possibilità di giocare qualche amichevole da titolare. Si è integrato molto bene in quel gruppo, cercando sempre di dare il meglio di sé; tanto che il primo ottobre 2000 alla prima di campionato contro la Roma, Niccolò ha esordito ufficialmente in serie A.



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